Pulire e conservare l'argenteria

- Categoria: Le cose da sapere

Per riportare anche l'argenteria alla migliore lucentezza, molto probabilmente potrebbe tornare utile disporre del panno specifico. Esistono tuttavia anche altre metodiche

E' opportuno evidenziare subito che non tutte le scuole di pensiero  convengono sul fatto che gli oggetti in argento, antichi o di valore, debbano essere riportati al loro originale splendore, in quanto potrebbero perdere i segni caratteristici lasciati dal tempo, che aiutano ad identificarne l'importanza.

Attenzione invece alle cornici ed agli oggetti definiti in "argento zavorrato" ! Questi possono essere puliti solo con un panno morbido in quanto sono protetti superficialmente da una pellicola facilmente asportabile da detersivi o prodotti abrasivi. 
Anche la sola parziale asportazione di questa pellicola renderebbe l'oggetto irrimediabilmente aggredibile dagli ossidi e non più recuperabile al suo primevo splendore.

Tuttavia,..... noi abbiamo deciso di togliere quella patina che ingrigisce la nostra argenteria (non le cornici !), e riportarla alla migliore lucentezza possibile, evitando possibilmente, di ricorre a quei prodotti commerciali specifici (ai quali bisogna comunque riconoscere l'efficacia, sebbene non siano esenti da "controindicazioni").

Prima di procedere ulteriormente è però opportuno distinguere tra le uniche due metodiche applicabili in un normale ambiente domestico.
La prima prevede la rimozione dell'ossidazione dell'argento a mezzo di un procedimento comunque abrasivo, la seconda per mezzo di un facile procedimento galvanico di ossidoriduzione, non abrasivo.

Occorre anche distingure tra superfici lisce lucide e quelle decorate o sbalzate come i manici o i piedini del vasellame.

Procedimento abrasivo. 
Avrete senza meno sentito parlare di procedure che prevedono l'uso di spazzolini,  bicarbonato pressochè a secco o, magari,  inumidito con gocce di limone, oppure della (pericolosa) bollitura in acqua e sale, nonchè della strofinatura con dentifricio.

Riduciamo tutte queste possibilità, ad una sola, da applicare solo nel caso di ossidazione particolarmente consistente:
prepariamo un impasto di 3 parti di polvere di bicarbonato ed 1 d'acqua ed applichiamolo, strofinandolo con un batuffolo di cotone od uno spazzolino da denti limitatamente alle superfici decorate o sbalzate, come i manici o i piedini del vasellame.
Procedere con la stessa metodica sulle superfici lisce del vasellame può comportare la formazione di una ragnatela di rigature difficili da rimuovere in ambiente domestico!

Procedimento di ossidoriduzione o redox - nota (1)
Il procedimento è sconsigliato se l'argento è abbinato ad altri materiali che potrebbero non essere compatibili con l'immersione in ambiente salino. 

Dopo aver applicato, se ritenuto necessario, il procedimento "abrasivo", si procede per quello di "ossidoriduzione".

E' sufficiente disporre di una bacinella "in plastica" , di adeguate dimensioni per contenere l'oggetto in argento, che verrà foderata con il normalissimo  foglio di alluminio d'uso domestico, avendo cura di lasciare la parte opaca rivolta verso l'interno.
In alternativa, è anche possibile adoperare  direttamente un contenitore in alluminio.
L'oggetto in argento verrà quindi adagiato all'interno del recipiente di cui sopra, a contatto con l'alluminio stesso.
Aggiungeremo acqua tiepida o calda (non bollente ! ! Sarebbe inutile e pericoloso ! !), preferibilmente demineralizzata,  nella quale sono stati preventivamente disciolti alcuni cucchiai di bicarbonato e sale fino da cucina (un cucchiaio cadauno, ogni litro d'acqua ). 
Il tempo d'immersione è variabile; in ogni caso il risultato è valutabile visivamente ed eventualmente il bagno potrà essere prolungato o ripetuto.
Quindi, risciacquare in acqua tiepida e asciugare.

Esistono altri metodi, anche chimici,  dei quali non vale la pena parlare, in quanto li riteniamo del tutto sconsigliabili.

Prima di procedere per uno dei due metodi, è certamente opportuno effettuare la pulizia preventiva dell'oggetto, per togliere sia la polvere che le tracce untuose. 
Questo può essere fatto tramite il lavaggio con acqua tiepida e sapone non in polvere (onde evitare abrasioni), seguito da risciacquo

Non dimentichimoci comunque della possibilità di ricorrere a prodotti specifici, ed in particolare allo specifico e pratico   "panno" che, se usato con cadenza regolare, vi eviterà fastidiosi procedimenti di ripulitura (se non riuscite a trovarlo, fateci richiesta e ve lo spediremo!).  
 

La  gioielleria in argento.
Entrambi i metodi possono essere adottati per la gioielleria in argento, purchè si faccia attenzione alle pietre o agli inserti che potrebbero non essere compatibili con i trattamenti in questione.

La conservazione dell’argenteria.
L'ossidazione è ovviamente causata dall'esposizione all'aria ed alcuni ambienti atmosferici possono essere più aggressivi di altri come, ad esempio, la vicinanza di un parco termale o del mare.   
In tali casi, in particolare, è sufficiente depositare sull’oggetto in argento poche gocce di un comune olio che arresta ed impedisce la corrosione. 
Queste gocce dovranno essere poi essere distese su tutto l’oggetto con un panno di cotone pulito, fino ad apparire completamente asciugate.
Ciò prolungherà notevolmente gli intervalli di pulizia dell’argento, senza particolari controindicazioni.

L’unico inconveniente potrebbe essere rappresentato dalla leggera profumazione residua di questi prodotti, che sono reperibili in qualunque ferramenta, in confezione spry, e definiti “oli sbloccanti e anticorrosivi".

Per quanto riguarda la posateria  d’uso corrente, la migliore soluzione è adoperare saponi non aggressivi, e ricoverarla negli specifici panni che evitano il contatto tra posata e posata.
Se la posateria è invece antica e molto ossidata, considerato che molto spesso ha manici in resina, avorio o altri materiali, conviene avvalersi del proprio gielliere di fiducia.

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nota (1)
In presenza di una soluzione salina, i due metalli, l'alluminio e l'argento, generano una differenza di potenziale che innesca la reazione elettrochimica definita di "redox" durante la quale si attiva un flusso di elettroni che "ridurrà"  l'argento della patina ossidata  che sarà ceduta all'alluminio.

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